Il malato strano
Racconto di
Questo racconto fa parte di sei racconti di
Vincenzo Di Lalla pubblicati postumi dalla moglie Marilena Verri con La
Versiliana Editrice nell’aprile 2008.
Viene qui inserito su Arpa eolica per gentile concessione di
Marilena Verri
Il racconto porta inserita questa dedica che qui riportiamo
Mio caro Enzo queste “tue” belle righe mi
servono attualmente per esprimere il mio pensiero:
-
C'è più fuoco nel cuore di un uomo che in tutte le stelle del cielo; c'è più
vuoto nel mio cuore che negli spazi infiniti! - Marilena
IL MALATO STRANO
(Novella)
– Mi dica tutto, senza mentire! - disse il
medico, come se quell'uomo di cinquant'anni fosse un bambino.
– Perché
dovrei mentire, dottore?... - si lamentò il paziente – Sono io che l'ho
chiamata, no?...
– Appunto!
Perciò mi dica finalmente la verità!
– Gliel'ho
detto: mi sento strano.
– Dove? – Un
po' dappertutto! – Dappertutto, dappertutto!... - si adirò il dottore, – non si
sentirà strano anche ai piedi, per caso?!...
– No,
dottore, ai piedi no.
– E allora
mi dica un punto, non so, la testa, il cuore, il fegato, i polmoni, un punto,
solo un punto e io la visiterò!
– Non
saprei... - si mortificò il malato. - Mi creda è solo stranezza!
– E allora,
lei è solo un po' stanco, non ha niente!
– Non direi,
dottore; quando sono stanco è un'altra cosa...
– D'accordo,
ma è già da mezz'ora che la sto visitando. Lei capisce che così non approdiamo
a niente. Mi deve dire che cosa si sente, di preciso, se no sono costretto ad
andarmene!
– Questo no,
dottore; io devo sapere che cos'ho. Non mi sono mai sentito così e ho paura.
– Su,
dunque, mi dica com'è questo benedetto male!
– Non ho
volontà.
– E via, sia
più chiaro, per favore.
– Ecco, - il
malato sembrò ad un tratto sapere che cos'aveva – sì, sì, dottore, ora sento
come una confusione alla testa, quasi un intontimento.
– Bene,
finalmente c'è riuscito! - Il volto del dottore si illuminò, ma dopo un istante
si rabbuiò di nuovo. - Non capisco – disse toccandogli la testa con una mano, -
la temperatura è normale!
– Dovrei
scottare, dottore?
– Beh,
dipende. Ad ogni modo le darò un calmante.
– Non è un
mal di testa normale, dottore.
– Ma sì che
lo è! Lei è troppo fifone; domani starà benissimo. Sente altro?... – Sì!
– Oh!... E
cosa? Dica!
– Beh...
tante cose, da qualche momento: pessimismo, sconforto, malinconia, disprezzo
per le cose, voglia di piangere...
– E poi?...
– Basta così.
Il dottore
annuì e sorrise, come se ormai avesse capito perfettamente di che si trattava.
– Sì, sì, lei è solo depresso, caro signore –
disse alzandosi dalla sedia vicina al letto e prendendo la sua borsa, - E' giù
di morale, capisce? Non ha un bel niente! Domani sarà senz'altro normale, come
ogni giorno. Ora però, devo andare. Lascerò la pillola a sua moglie.
Gli porse la
mano e il malato, non troppo convinto, fece altrettanto. Il dottore sorrise:
-Su, su, stia tranquillo... - ma non finì la
frase, che inaspettatamente lo vide respirare con forte affanno e girare gli
occhi vertiginosamente: – Che ha, adesso?... Che le prende?... - disse
curvandosi ad osservarlo.
– Capogiro,
capogiro dottore, capogiro e nausea...
– Ma così,
di colpo?... - si meravigliò il medico.
– Sì, sì!...
Oh, che fastidio, oh, che ondeggiamento!...
– Si calmi,
cerchi di calmarsi...
– Ho voglia
di vomitare, ho voglia di vomitare...
– E'
urgente?
– Cosa
dottore, cosa?
– La voglia
di vomitare, no?... - disse il medico, spostandosi nel frattempo, per evitare
qualche inconveniente al suo vestito.
– Sì,
subito! - fece il disgraziato, quasi martirizzato dal dolore, - muoio se non
vomito.
– Le faccio
portare una bacinella?
– Sì, sì,
anzi no, no, mi passa... oh...oh... sì, mi passa... - respirò a lungo e
sorrise, - Sì, mi è passato! Dio che fastidio, che impressione!
Il medico rimase come di stucco per la
velocità con la quale era guarito e per un momento non seppe in che tono
parlargli; poi scoppiò:
– Ma scusi,
lei per chi mi ha preso? Non penserà mica che io creda a quella scena?...
– Perché
dottore? - mormorò candidamente il paziente, - era la verità.
– Lei ha
finto, per Giove!
– Ma no,
glielo giuro!
– Ha finto,
lo ammetta!
– Non
capisco perché creda che io abbia finto. - disse un po' offeso il paziente.
– Ah...
questo lo voglio sapere anch'io!
– Così mi
mette addosso un terribile dubbio.
– Anche?!...
Ora non mi dirà che ha un dubbio dappertutto?...
– Beh, se la
prende su questo tono!... - si adirò il malato, -il dubbio dappertutto ce l'ha
lei che non riesce a dirmi che cos'ho!
– Ha le
traveggole! Ecco che cos'ha!
– Si
vergogni a parlarmi così, sono un uomo di cinquant'anni e so quello che dico!
– Beh, ora
non dirà più niente, perché me ne vado!...
– Ma le ho
detto la verità, capisce? Lo so che è strano, ma se fosse proprio questa
stranezza un sintomo di qualcosa di più grave?...
Il dottore pensò un istante, titubante, ma
poi, guardandolo, decise di andarsene: il sorriso di quell'uomo era troppo
ironico e la faccia era di uno che scoppiava di salute.
– Mi
dispiace, - disse, - ma lei non ha niente, come non aveva niente quando mi ha
fatto chiamare d'urgenza, facendomi credere di essere moribondo.
Si avviò seccamente verso la porta, ma non
fece che pochi passi, che il malato lo fermò con un grido strozzato. Ritornò
indietro dopo un attimo di indecisione: era un medico e nella medicina non si
sa mai...
- Che le è
preso, adesso?...- disse osservandolo rigirarsi nel letto, come in preda ad
atroci dolori.
– Ahi,
ahi... Mi aiuti, la prego, sto male, sto male dottore...
– Non
scherza?
– No, no, io
muoio, io muoio...
– Guardi che
questa è l'ultima prova che faccio! - disse, curvandosi sul malato.
– Soffoco,
soffoco...
– Che sente
di preciso? - chiese sedendogli accanto e posando di nuovo la borsa sul letto.
– Male da
morire, dottore, da morire!
– Sì, ma
come?... Dove?...
– Dentro,
dentro.
– Il punto,
prego...
–
Dappertutto: nella pancia, nel cuore, nella testa, dappertutto, dappertutto!...
– E'
inaudito!... Che tipo di dolore è?
– Fitte,
morsi, pugnalate, come se qualcuno mi mangiasse a poco a poco...
– Si scopra.
– Cosa
scopro?
– La pancia!
– Come vuole
lei; tutto quello che desidera faccio, purché mi aiuti!
– Si
sbrighi!
– Subito.
Si scoprì il petto e la pancia e il dottore
incominciò a toccarlo qua e là.
– Le fa male
qui?
– Sì, anche
più su, anche più giù, anche più a destra, anche più a sinistra, dappertutto!
– E qui?
– Oh, lì non
ne parliamo, dottore!
–
Incredibile! - mormorò il medico e si girò ad aprire la borsa dei suoi ferri;
ma quando ritornò sul malato, questi sorrideva tutto soddisfatto.
– Mi è
passato, dottore
– Cosa?!... Di nuovo le è passato?!... - urlò
il medico, -Non crederà mica che me la beva anche questa volta?...
– Che posso
farci, dottore?... Ad un tratto non ho sentito più niente. Non è mica colpa mia
se mi viene e mi passa! –
– Ah, no!
Non voglio più discutere! - Ora il volto del professionista era letteralmente
stravolto. Me ne vado e basta! - Rimise a posto la borsa e si avviò verso la
porta.
– Aiuto,
aiuto! - urlò di nuovo il malato - Muoio! Muoio!... Ritorni indietro dottore!
Ma il laureato non si fermò e uscì sbattendo
la porta. Nell'anticamera, la moglie del malato, lo aspettava ansiosa.
– E allora,
che ha mio marito? - disse appena lo vide.
– Lo chieda
a lui! - urlò il medico.
– Non capisco...
cadde dalle nuvole la donna.
– A no?... -
fece ironico il dottore – Eppure è stata lei che mi ha chiamato d'urgenza, come
se suo marito fosse moribondo.
– Sì, gli
erano venuti dei forti attacchi; ma che è successo?
– Suo marito
ha finto, ha voluto farmi e farci uno scherzo!
– E'
impossibile!...
– Andiamo,
signora, ha visto anche lei che quando sono arrivato non aveva più niente.
– Gli erano
passati; può capitare, no?...
– Già, ma in
mezz'ora gliene sono passati altri di attacchi e in un baleno: arrivano e
spariscono! Sono un medico, perbacco!
– E' strano,
mio marito non è uno da fare questi scherzi.
– Eppure si
è divertito un mondo alle mie spalle!
– Non posso
crederci!
– Comunque
ora devo andare.
– No, la
prego dottore, venga con me: ci deve essere stato un equivoco.
– Mi
dispiace, ma in quella stanza non metto più piede.
– La prego,
venga e vedrà che mio marito non voleva affatto prenderla in giro.
– Mi
dispiace signora, ma non verrò!
– La prego –
insisté la donna, prendendolo per un braccio, - venga, per favore.
– Va bene,
ma resterò sulla porta e per un solo minuto.
____________________________
Entrarono.
L'uomo sorrideva appena, fissando il medico sulla porta.
– Carlo –
disse la donna, avvicinandosi al marito, - spiegami che è successo, col
dottore?
Il
malato non rispose e continuò a sorridere al dottore.
– Vede –
disse il medico – che si diverte?
– Carlo,
rispondimi.
Silenzio e sorriso!
– Si
diverte, lo vede adesso signora?
– Ma no
dottore, se allude a quel sorriso, ce l'ha sempre stampato sulla faccia, non lo
fa apposta. Carlo, dai rispondi, non fissare il dottore.
Inutile: l'uomo non si muoveva.
– Insomma –
perse la pazienza la donna, scuotendolo, - vuoi rispondere?...
Il malato si
lasciò spingere senza protestare e la donna capì ad un tratto che il marito non
poteva rispondere perché era morto.
– E' morto,
è morto! - urlò fuori di sé.
Il dottore sorrise e si avvicinò.
– Finge –
disse, - vedrà che appena farò l'atto di visitarlo gli passerà. ____________________________
Ma non fu
così, né quando gli tastò il polso, né quando gli ascoltò il cuore, né
tantomeno quando gli chiuse gli occhi: era proprio morto!
FINE
Copyright © Vincenzo Di Lalla
Il 19 Marzo 2017 sarà l’anniversario
della nascita di Vincenzo Di Lalla ed Arpa eolica inserirà un altro racconto
Un assassino troppo innocente
La pagina di Arpa eolica dedicata a
Vincenzo Di Lalla
il sito di Vincenzo Di Lalla http://vincenzodilalla.it/
post inserito il 12/03/2017
Grazie Francesco per la vetrina che hai dedicato a uno dei tanti racconti scritti da Vincenzo Di Lalla. Realizzando il sito a lui dedicato ho avuto modo di apprezzarne il genio straordinario.
RispondiEliminaCiao Dario, domenica 19 Marzo, in occasione dell'anniversario della nascita di Vincenzo Di Lalla, Arpa eolica inserirà un altro racconto. Grazie a te per aver curato il suo sito che spero sarà visitato da tanti.
Elimina