L'aducazzione


Accade in Roma lì 12 giugno 2013
  53 anni, era in auto con il figlio di 18 anni quando è scoppiata una lite per motivi di viabilità tra i due e un 31enne al volante di un'altra macchina.  Dopo la lite, padre e figlio si erano allontanati, tornando a casa. Poi il 53 enne  è sceso di nuovo con il figlio e in strada ritrova il 31 enne, ritornano a litigare, il 31 enne ferisce al volto il 18 enne con un coltello.  A quel punto il padre del ragazzo, armato di pistola, non ha esitato a vendicare il ferimento del figlio: ha sparato contro il 31 enne, che nel frattempo si stava allontanando. Il proiettile ha colpito il 31enne alla nuca, finito in terra esanime.
  In poco tempo sono arrivati sul posto le forze dell'ordine e gli operatori del 118. Ma l'ambulanza è stata presa d'assalto dai parenti del 31 enne ucciso  con una sassaiola: non volevano che il 18enne, figlio dell'uomo che aveva sparato, venisse soccorso. Il ragazzo era a terra e i sanitari tentavano di avvicinarsi e la furia della folla si è scatenata su di loro. Sono stati picchiati in tre, uno di loro ha la spalla rotta.  Per continuare a leggere la notizia  ….
Ma cosa cova nei nostri nervi e come un’educazione non ha saputo frenarci?
Ma quale è stata la corretta educazione?
Qui il sonetto di Belli su un certo modo di dare l’educazione nel 1830 che pare non sia cambiato …

L'aducazzione

Fijjo, nun ribbartà mai Tata tua: 
abbada a tté, nun te fà mmette sotto. 
Si quarchiduno te viè a ddà un cazzotto,
lì ccallo callo tu dàjjene dua.
    
     Si ppoi quarcantro porcaccio da ua 
te ce facessi un po’ de predicotto,
dije: «De ste raggione io me ne fotto;
iggnuno penzi a li fattacci sua».
       
     Quanno giuchi un bucale a mmora, o a boccia, 
bevi fijo; e a sta gente buggiarona
nu gnene fà restà  manco una goccia.
       
     D’esse cristiano è ppuro  cosa bbona:
pe’ questo hai da portà ssempre in zaccoccia
er cortello arrotato e la corona.

Roma, 14 settembre 1830

Note di traduzione: Figlio non rinnegare mai tuo padre:

bada a te e non ti fare mettere sotto.
Se qualcuno ti viene a dare un pugno
tu subito dagliene  due.
Se poi qualche altro porco da uva
Ti viene a fare un po’  di prediche
digli “di queste ragioni io me ne fotto;
ognuno pensi ai fattacci suoi”.
Quando giochi a boccale o a morra (antichi giochi di osteria dove le regole spesso prevedevano di lasciare gli alti senza poter bere)
bevi figlio; e a sta gente bugiarda
non gliene fare restare manco una goccia.
D’essere cristiano è pure una buona cosa:
per questo devi portare sempre nella saccoccia
il coltello affilato e la corona del rosario.

I princìpi  educativi messi in bocca a un popolano, per meglio esprimerne la sostanziale brutalità e volgarità, non sono altro che i correnti valori , espressi forse più ipocritamente, che dovrebbero caratterizzare un” vero uomo”: farsi rispettare, rispondere alle offese, non accettare lezioni da nessuno,curare i propri interessi a discapito degli altri; una “virilità” insomma, presente in tutte le classi sociali e in tutti i tempi. Il sarcasmo del riferimento finale alla bontà d’essere cristiano  sta a sottintendere quanto il cristianesimo, con i suoi princìpi totalmente capovolti  di mitezza, perdono, porgere l’altra guancia, amare il nemico, amare il prossimo,  non sia riuscito minimamente a scalfire nei secoli una morale che addirittura esalta la vendetta, l’egoismo e l’arroganza; ma l’ironia maggiore consiste nella totale dissociazione, assai diffusa, di chi si considera malgrado tutto totalmente  cristiano, riducendo la sua fede  a delle formalità rituali,come il portare il rosario in tasca, senza però  mai abbandonare il coltello,accostamento che simboleggia con  potente sintesi l’ incoerenza dominante.  

(commenti e note a cura di Maria Luisa Ferrantelli e Francesco Zaffuto)
Per le altre poesie del Belli vai alla pagina monumento sotterraneo


Immagine – una lite –  di Bartolomeo Pinelli

post inserito il 15/06/13


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