"Figlio di un cavallo, anzi, di due"

(nell'epoca dei 35 saggi ...)

Lucio Anneo Seneca, era di famiglia equestre.
Nel ritratto, un po' gli somiglia.
Suo padre, infatti, si chiamava Anneo Stallone e sua madre Seneca Giumenta.
Educò il piccolo Nerone e quando costui divenne imperatore e uccise sua madre, Agrippina Minore, Seneca gli diede un buffetto sulle guanciotte rubiconde dicendogli: "Bravo, così devono scalciare i cavalli". Perché la propedeutica equestre di quel tempo prevedeva i calci equini da tergo da sferrare alle madri invadenti.
Essendo anche filosofo non poté non esimersi dal cospirare una congiura ai danni di Nerone imperatore; purtroppo dall'imperatore fu indotto al suicidio.
E mentre si tagliava le vene (e si beveva la cicuta: l'importante è schiattare per ordine dell'imperatore!) davanti ai suoi ospiti pronunciò una frase che rimase nella storia: "Non si uccidono così anche i cavalli", che poi Sydney Pollack ne trasse un film. Vabbuò?

(arpa eolica ringrazia Giorgio Iacono per questo intermezzo satirico – il link dell’autore http://ideateatro.blogspot.it/#axzz2Vor7FJXK )

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