Ora per rimediare al danno pandemico ci s’inventa la scuola aperta in estate per il recupero della socialità.
La
prossima estate studenti e insegnanti desiderano tutti correre al mare per
recuperare un po’ di salute e insieme un po’ di socialità; toglersi di dosso lo stress accumulato tra Dad
e chiusure e riaperture ed esami approssimativi.
Non sarà
raggruppando d’estate pochi volontari insegnanti e studenti che si potrà
recuperare didattica persa e socialità; lasciando tutta l’ambiguità del
facoltativo per rimediare a due anni di scuola in crisi; e sprecando risorse
economiche ed energie lavorative che debbono essere investite nel migliore dei
modi nell’anno successivo.
Sono
due anni di Pandemia e ogni studente ha accumulato gravi carenze in diverse
discipline. Se si vuole fare qualcosa di serio: ogni
scuola, ogni consiglio di classe, deve
programmare nel prossimo anno strategie di recupero, variabili classe per
classe, studente per studente, disciplina per disciplina. Tutte le risorse economiche
e tutte le risorse intellettuali devono puntare a questo. E’ evidente che in tante discipline non si
può passare alla fase successiva dei
programmi senza avere affrontato la parte precedente.
Ogni
scuola, classe per classe, deve
individuare le parti essenziali di ogni programma di studio e fare in modo che
quelle parti essenziali siano patrimonio consolidato per gli studenti.
Uno sforzo enorme e complesso se si considera
che anche nel terzo anno di Pandemia si possono presentare nuove interruzioni; e se si considera che tanti studenti hanno
concluso (con un esame formale) il ciclo
di studi nel corso di questi due anni. (fr. z.)
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