Arpa eolica, anno 2 – Giovanni Meli

Arpa eolica il 21 marzo 2015 compie due anni dalla sua fondazione. Per la ricorrenza ha voluto realizzare un piccolo opuscolo in cartaceo dedicato al poeta Giovanni Meli.  Chi non ha ricevuto  l’opuscolo può fruire con questo post del suo contenuto.


La nota introduttiva

Tomas Tranströmer (premio Nobel per la poesia 2011) diceva che: “Dal punto di vista teorico la traduzione poetica può considerarsi un’assurdità. Ma in pratica dobbiamo credere nella traduzione della poesia “.
 Non possiamo conoscere i poeti stranieri se non c’è qualcuno che ci aiuta con una traduzione, la conoscenza di un poeta straniero aggiunge qualcosa alla nostra esperienza di uomini e ci fa sentire uguali a tutti gli uomini di questa terra, scopriamo di avere nel profondo le stesse paura, le stesse aspirazioni, gli stessi desideri, ma sono stati espressi con altre parole e con altri suoni.
 Accade che alcuni poeti  della nostra letteratura si sono espressi in lingue regionali e rischiamo di non conoscerli senza una qualche traduzione o necessaria annotazione.
 Giovanni Meli (l’Abbati) con il suo siciliano, Gioacchino Belli con il suo romanesco, Carlo Porta con il suo lombardo e Carlo Goldoni con il suo veneto, pur essendosi espressi con le loro lingue regionali sono a buon diritto quattro pilastri della letteratura italiana.
 Il blog Arpa eolica ha dedicato nei due anni dalla sua fondazione, 21 marzo 2013, diversi post a Giovanni Meli e a Giocchino Belli, affiancando una traduzione in italiano per meglio comprendere i loro testi e qualche nota.
 Il siciliano e il romanesco, chiamati impropriamente dialetti, sono delle lingue ormai sconosciute; la gran parte dei siciliani e dei romani usano solo un vago accento di quelle lingue e solo qualche modo di dire che si è meglio tramandato,  le poesie del Belli e del Meli risultano difficili da leggere anche ai romani e ai siciliani. Questi grandi poeti possono restare sconosciuti o appena conosciuti per qualche raro componimento rimasto famoso.
 La scelta di traduzione operata nel blog Arpa eolica delle tre poesie proposte, trattandosi di lingua molto simile all’italiano,  è solo quella di dare una guida di lettura e di accompagnamento per poter meglio fruire del significato nella lettura dei testi in siciliano.
01/ 03/2015  Francesco Zaffuto

La Breve Biografia su Giovanni Meli

Giovanni Meli (l’Abbati), nato a Palermo il 6 marzo 1740 e deceduto nella stessa città il 20 dicembre 1815, è stato uno dei più grandi poeti italiani che si è espresso in siciliano.  Quando Meli si affermò come poeta era in Sicilia il tempo del buon governo  del Viceré Caracciolo che favorì in Palermo,  con una serie di riforme,  la rinascita della vita culturale e civile.
  Meli fu educato presso le scuole dei padri Gesuiti e si appassionò giovanissimo agli studi letterari e filosofici,  trovò ispirazione nel pensiero illuminista dell’epoca, raggiunse la notorietà  aderendo al movimento letterario dell'Arcadia con una dimensione tutta sua e con l'uso della lingua siciliana.
 Raggiunse la celebrità nel 1762 col poemetto La Fata galante, in cui il Meli immaginava d'incontrare una fata, figura allegorica della fantasia, che gli proponeva sotto forma di fiabe mitologiche, tematiche filosofico-sociali, in cui trasferiva in forma poetica la sua filosofia.
 Per poter vivere si dedicò allo studio della  medicina, dal 1767 esercitò la professione di medico per cinque anni nel paesino di Cinisi,  dove veniva chiamato l'Abbati Meli, perché  vestiva come un prete anche senza aver ricevuto gli ordini sacerdotali.
 Con le Elegie del suo poema la Bucolica cresce la sua fama e divenne conteso dalle dame dell'aristocrazia palermitana nei loro salotti. Sensibile alla bellezza femminile, questo singolare medico-poeta ebbe vari amori che cantò alla maniera arcadica nelle sue Odi e nelle Canzonette.
 Veniva apprezzata la sua arguzia che lo aveva contraddistinto ne la Fata galanti, nelle satire, e che  trovò una grande espressione nel poema Bernescu   l'Origini di lu munnu. Nel 1787 pubblicò la raccolta delle sue opere in cinque volumi col titolo di Poesie Siciliane. Sempre nel 1787 ebbe la cattedra di chimica all'Accademia degli studî di Palermo, venne successivamente chiamato a far parte come socio onorario delle più importanti accademie italiane come quella di Siena (1801) e quella peloritana di Messina.
 Una testimonianza dell’impegno sociale di Meli  è l’aver fondato nel 1790 l’Accademia Siciliana ,  insieme a intellettuali come Francesco Paolo di Blasi, Giovanni Alcozer, Francesco Sampolo ed altri;  fondazione che tra l’altro si occupò di studiare lo stato dell’agricoltura e della pastorizia nel regno di Sicilia.
 Non fu mai ricco e spesso le difficoltà lo costrinsero a bussare alla porta dei potenti, come fece Giuseppe Parini nell'ambiente milanese. Nel 1810 il re Ferdinando gli concesse una pensione annua, ma nel 1815 pare che gli fu  sospesa.  
 Morì a Palermo il 20 dicembre 1815, mentre in Europa si concludeva l’avventura napoleonica e si chiudeva l’epoca che si era aperta con la rivoluzione francese.
Grande estimatore di Giovanni Meli è stato lo scrittore Luigi Natoli, che al Meli dedicò un romanzo e un saggio critico.  Nel romanzo di Natoli, intitolato “l’Abbati Meli”,  il poeta per il suo  ispirarsi alla giustizia e alla bontà interviene con la sua fama, con le sue poesie e con i pochi denari a sua disposizione in aiuto di individui che sarebbero travolti dagli eventi.
 Nel saggio critico Natoli  presenta il grande poeta siciliano nella sua centralità filosofica e letteraria e lo libera dal luogo comune di solo rappresentante dell’Arcadia.
 Meli fu arcade se si guarda al suo repertorio metrico e allo sfondo spesso agreste delle sue liriche;  ma per lo spirito  e per la sua impronta morale e filosofica fu un poeta ben più complesso. La stessa scelta negli anni più maturi di dedicarsi principalmente a scrivere in siciliano fu fatta per liberarsi dal convenzionalismo e dagli schemi retorici dell’Arcadia. Nel 1814 vennero pubblicate a Palermo,  a cura dello stesso autore, le Favuli Murali dove il Meli prendendo spunto da Esopo e Fedro costruì un poema morale sugli uomini e gli animali con fine arguzia ed umorismo tutto siciliano, nelle Favole Murali il pensiero illuminista incontra l’antica saggezza contadina senza mai discostarsi da una attenta ricerca di bellezza nelle parole e nei versi.

I link alle tre poesie inserite in questo blog




1 commento:

  1. Grazie, molto interessante! Mi fa piacere sentir parlare dell'Abbati Meli!
    Antonietta

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