Foto di scena - Casteltermini,
Miniera Museo Cozzo Disi. In primo piano, Federico Price Bruno
Domenica 28 febbraio 2016 ORE 18:00
Un film documentario di
Nella Condorelli
Un viaggio cinematografico in una pagina dimenticata della storia italiana: la nascita e le lotte dei Fasci Siciliani dei Lavoratori. Dall’inchiesta di Adolfo Rossi, l’unico giornalista di una grande testata nazionale a non contentarsi delle veline governative. La narrazione della prima grande rivolta popolare antimafia dell’Italia moderna.
Ore 19,15: dibattito
Interverranno:
Nella Condorelli regista
Gaspare Agnello, operatore culturale
Vincenzo Ferrara, autore del volume “Ignazio Sanfilippo – un Gattopardo nel deserto”
Francesco Giuffrida, Istituto Ernesto de Martino
Un viaggio cinematografico in una pagina dimenticata della storia italiana: la nascita e le lotte dei Fasci Siciliani dei Lavoratori. Dall’inchiesta di Adolfo Rossi, l’unico giornalista di una grande testata nazionale a non contentarsi delle veline governative. La narrazione della prima grande rivolta popolare antimafia dell’Italia moderna.
Ore 19,15: dibattito
Interverranno:
Nella Condorelli regista
Gaspare Agnello, operatore culturale
Vincenzo Ferrara, autore del volume “Ignazio Sanfilippo – un Gattopardo nel deserto”
Francesco Giuffrida, Istituto Ernesto de Martino
Sciopero di contadine e contadini del Fascio
siciliano di Campobello di Licata novembre 1893
Da una intervista alla
regista Nella Condorelli: “Ho voluto rompere il silenzio che da 120 anni oscura
questa vicenda, e senza dubbio a monte c'è l'esigenza di indagare la storia
della mia terra, la Sicilia, per rovesciare molti luoghi comuni, il primo in
assoluto quello che vuole siciliani e siciliane sempre a testa china. Rossi ci
racconta di un movimento popolare unito e organizzato contro lo sfruttamento
del lavoro su tutto il territorio, lo fa con un linguaggio diretto, senza
fronzoli e omissioni. Va contro il pensiero unico del suo tempo, dà voce ai
contadini, gli "invisibili", perché possano dire le loro ragioni,
lasciandoci una testimonianza eccezionale. La ricerca mi ha preso molto tempo,
volevo indagare il contesto socio-politico, è venuta fuori un'inchiesta
parallela - con la crisi economico-finanziaria del primo capitalismo, la
miseria e la disoccupazione, gli scandali politici e parlamentari, la deriva
autoritaria del governo Crispi - che rivela inquietanti similitudini con
questioni di oggi, aprendo piste di riflessione.”
Cosa narra il film: Storia del
movimento contadino che alla fine dell'Ottocento mise in atto la prima protesta
popolare organizzata per i diritti del lavoro dell'Italia capitalista. Tratto
dell'inchiesta realizzata sul campo nel 1893, a dorso di mulo, da un
giornalista veneto, Adolfo Rossi, l'unica testimonianza diretta esistente, scomoda
al suo tempo. Il film ricostruisce la vicenda proponendo una doppia inchiesta: quella
di Rossi "a dorso di mulo" nei luoghi dove si svolsero i fatti, e
quella dell'autrice che, mentre riporta dall'oblio i protagonisti di quella
lotta corale, si interroga anche sulle conseguenze della repressione del
movimento sul Novecento siciliano e italiano. Tracce, segni per capire
l'attualità.
Il trailer
Link di Facebook
Qualche
Nota sulla Storia dei Fasci siciliani
Il
giornalista - Adolfo Rossi, nato nel Polesine da famiglia
liberale, è il più grande inviato italiano della fine dell'Ottocento. Scopre il
giornalismo d'inchiesta a New York dove è emigrato giovanissimo nel 1887, e
comincia a praticarlo nei poveri quartieri dell'immigrazione italiana, tra
minatori e braccianti. Tornato in Italia, sceglierà di fare il “redattore
viaggiante”. Il suo linguaggio narrativo fondato sulla separazione tra fatti e
opinioni scompiglia di colpo il sonnolento ambiente dell'informazione
nazionale, provocando polemiche e discussioni in parlamento.
L'inchiesta in Sicilia, tra i contadini e gli zolfatari dei Fasci dei Lavoratori, susciterà anche un dibattito sulla libertà di stampa e il diritto all'informazione, il primo nel nostro Paese, coinvolgendo innanzitutto Il Corriere della Sera che in quegli anni si sta imponendo come il maggiore quotidiano nazionale e appoggia le tesi governative e di pubblica sicurezza, censurando le rivendicazioni dei contadini siciliani.
Intervistato a questo proposito dal quotidiano francese Le Petit Parisien Rossi commenterà seccamente: Per me, i miei articoli non avevano altro pregio che quello dell' onestà. Ho raccontato ciò che ho visto, senza pregiudizi, senza censure.
L'inchiesta in Sicilia, tra i contadini e gli zolfatari dei Fasci dei Lavoratori, susciterà anche un dibattito sulla libertà di stampa e il diritto all'informazione, il primo nel nostro Paese, coinvolgendo innanzitutto Il Corriere della Sera che in quegli anni si sta imponendo come il maggiore quotidiano nazionale e appoggia le tesi governative e di pubblica sicurezza, censurando le rivendicazioni dei contadini siciliani.
Intervistato a questo proposito dal quotidiano francese Le Petit Parisien Rossi commenterà seccamente: Per me, i miei articoli non avevano altro pregio che quello dell' onestà. Ho raccontato ciò che ho visto, senza pregiudizi, senza censure.
la strage di Marineo
Il libro di storia più dettagliato e documentato è quello
di Salvatore Francesco Romano – La storia dei fasci siciliani –
edizioni Laterza 1959
Il libro pare che non sia
facile da reperire in libreria e nella distribuzione – Reperibile nelle biblioteche
Qui un link su internet la
prefazione.
Crispi - uno dei maggiori responsabili della sanguinosa repressione
Qualche pagina sulla Storia dei fasci siciliani su internet
la condizione di sfruttamento dei bambini nelle zolfare - li carusi - il congresso di Grotte dei Fasci siciliani sancì che doveva essere almeno proibito ai minori di 14 anni
Una pagina su Grotte dal blog Crisi
dopo la crisi di Francesco Zaffuto
Grotte (paese della
provincia di Agrigento) nella Storia dei
Fasci siciliani
Nella Sicilia della fine
800 dominava ancora il latifondo di origine feudale, con mezzadria e
bracciantato super sfruttato, ed insieme al latifondo diversi centri
minerari dove le condizioni di lavoro erano inumane e imperversava il lavoro
minorile.
Il Congresso di
Grotte stabilì come punti: l’elevazione dell’età minima per il lavoro a 14 anni
(si consideri che allora nelle miniere lavoravano bambini di 11 e anche più
piccoli); la stessa misurazione per lo zolfo estratto valevole in tutte le miniere
per il cottimo, la paga minima giornaliera, la diminuzione dell’orario di
lavoro a otto ore, e l’eliminazione delle botteghe (il
trucksystem: in base tale metodo per paga i lavoratori in gran parte non
ricevevano soldi ma beni comprabili nelle botteghe dove gli stessi padroni
imponevano gli acquisti).
Il Congresso di Grotte
fu uno degli ultimi grandi momenti organizzativi dei fasci siciliani, nei mesi
successivi iniziò la repressione delle manifestazioni, con i morti
e i processi dei tribunali militari.
(il processo del tribunale
speciale di Palermo dove furono processati gli esponenti principali dei fasci
siciliani)
Il Governo Crispi si
distinse per la sua capacità nella mattanza; fu distrutto il più grande
movimento di opposizione del Sud, gli anni che vennero dopo si caratterizzarono
per la spoliazione della Sicilia e per la grande emigrazione, un grande
grigiore pervase l’Italia e la condusse alla prima guerra mondiale.
Dopo la prima
guerra mondiale un nuovo grande movimento operaio si diffuse nell’Italia del
Nord, ma il Sud e la Sicilia erano ormai sprofondate nel silenzio, la
repressione del movimento dei fasci siciliani era riuscita a creare uno stacco
temporale tra destini del nord e del sud d’Italia. Il movimento
delle città operaie del nord d’Italia venne anch’esso represso e iniziò a
diffondersi nel nord d’Italia un movimento piccolo borghese chiamato fascismo
che non aveva nessun riferimento con lo spirito e le finalità dei fasci
siciliani.
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