1893. L’inchiesta

Foto di scena - Casteltermini, Miniera Museo Cozzo Disi. In primo piano, Federico Price Bruno

Domenica 28 febbraio 2016 ORE 18:00
presso il Palatenda in Piazza V. Emanuele, Agrigento

 
1893. L'Inchiesta
Un film documentario di Nella Condorelli


Un viaggio cinematografico in una pagina dimenticata della storia italiana: la nascita e le lotte dei Fasci Siciliani dei Lavoratori. Dall’inchiesta di Adolfo Rossi, l’unico giornalista di una grande testata nazionale a non contentarsi delle veline governative. La narrazione della prima grande rivolta popolare antimafia dell’Italia moderna.

Ore 19,15: dibattito
Interverranno:
Nella Condorelli regista
Gaspare Agnello, operatore culturale
Vincenzo Ferrara, autore del volume “Ignazio Sanfilippo – un Gattopardo nel deserto”
Francesco Giuffrida, Istituto Ernesto de Martino

Sciopero di contadine e contadini del Fascio siciliano di Campobello di Licata novembre 1893

Da una intervista alla regista Nella Condorelli: “Ho voluto rompere il silenzio che da 120 anni oscura questa vicenda, e senza dubbio a monte c'è l'esigenza di indagare la storia della mia terra, la Sicilia, per rovesciare molti luoghi comuni, il primo in assoluto quello che vuole siciliani e siciliane sempre a testa china. Rossi ci racconta di un movimento popolare unito e organizzato contro lo sfruttamento del lavoro su tutto il territorio, lo fa con un linguaggio diretto, senza fronzoli e omissioni. Va contro il pensiero unico del suo tempo, dà voce ai contadini, gli "invisibili", perché possano dire le loro ragioni, lasciandoci una testimonianza eccezionale. La ricerca mi ha preso molto tempo, volevo indagare il contesto socio-politico, è venuta fuori un'inchiesta parallela - con la crisi economico-finanziaria del primo capitalismo, la miseria e la disoccupazione, gli scandali politici e parlamentari, la deriva autoritaria del governo Crispi - che rivela inquietanti similitudini con questioni di oggi, aprendo piste di riflessione.”
Cosa narra il film: Storia del movimento contadino che alla fine dell'Ottocento mise in atto la prima protesta popolare organizzata per i diritti del lavoro dell'Italia capitalista. Tratto dell'inchiesta realizzata sul campo nel 1893, a dorso di mulo, da un giornalista veneto, Adolfo Rossi, l'unica testimonianza diretta esistente, scomoda al suo tempo. Il film ricostruisce la vicenda proponendo una doppia inchiesta: quella di Rossi "a dorso di mulo" nei luoghi dove si svolsero i fatti, e quella dell'autrice che, mentre riporta dall'oblio i protagonisti di quella lotta corale, si interroga anche sulle conseguenze della repressione del movimento sul Novecento siciliano e italiano. Tracce, segni per capire l'attualità.

Il trailer

Link di Facebook

Qualche Nota sulla Storia dei Fasci siciliani
Il giornalista  - Adolfo Rossi, nato nel Polesine da famiglia liberale, è il più grande inviato italiano della fine dell'Ottocento. Scopre il giornalismo d'inchiesta a New York dove è emigrato giovanissimo nel 1887, e comincia a praticarlo nei poveri quartieri dell'immigrazione italiana, tra minatori e braccianti. Tornato in Italia, sceglierà di fare il “redattore viaggiante”. Il suo linguaggio narrativo fondato sulla separazione tra fatti e opinioni scompiglia di colpo il sonnolento ambiente dell'informazione nazionale, provocando polemiche e discussioni in parlamento.
L'inchiesta in Sicilia, tra i contadini e gli zolfatari dei Fasci dei Lavoratori, susciterà anche un dibattito sulla libertà di stampa e il diritto all'informazione, il primo nel nostro Paese, coinvolgendo innanzitutto Il Corriere della Sera che in quegli anni si sta imponendo come il maggiore quotidiano nazionale e appoggia le tesi governative e di pubblica sicurezza, censurando le rivendicazioni dei contadini siciliani.
Intervistato a questo proposito dal quotidiano francese Le Petit Parisien Rossi commenterà seccamente: Per me, i miei articoli non avevano altro pregio che quello dell' onestà. Ho raccontato ciò che ho visto, senza pregiudizi, senza censure.

la strage di Marineo

Il libro di storia più dettagliato e documentato è quello
di Salvatore Francesco Romano – La storia dei fasci siciliani – edizioni Laterza 1959
Il libro pare che non sia facile da reperire in libreria e nella distribuzione  – Reperibile nelle biblioteche
Qui un link su internet la prefazione.

Crispi - uno dei maggiori responsabili della sanguinosa repressione


Qualche pagina sulla Storia dei fasci siciliani  su internet





la condizione di sfruttamento dei bambini nelle zolfare - li carusi - il congresso di Grotte dei Fasci siciliani  sancì che doveva essere almeno proibito ai minori di 14 anni

Una pagina su Grotte dal blog Crisi dopo la crisi di Francesco Zaffuto
Grotte (paese della provincia di Agrigento)  nella Storia dei Fasci siciliani
Nella Sicilia della fine 800 dominava ancora  il latifondo di origine feudale, con mezzadria e bracciantato super sfruttato,  ed insieme al latifondo diversi centri minerari dove le condizioni di lavoro erano inumane e imperversava il lavoro minorile.  

 Il Congresso di Grotte stabilì come punti: l’elevazione dell’età minima per il lavoro a 14 anni (si consideri che allora nelle miniere lavoravano bambini di 11 e anche più piccoli); la stessa misurazione per lo zolfo estratto valevole in tutte le miniere per il cottimo, la paga minima giornaliera, la diminuzione dell’orario di lavoro a otto ore,  e l’eliminazione delle botteghe (il trucksystem: in base tale metodo per paga i lavoratori in gran parte non ricevevano soldi ma beni comprabili nelle botteghe dove gli stessi padroni imponevano gli acquisti).

 Il Congresso di Grotte fu uno degli ultimi grandi momenti organizzativi dei fasci siciliani, nei mesi successivi iniziò  la repressione  delle manifestazioni, con i morti e i processi dei tribunali militari.

 (il processo del tribunale speciale di Palermo dove furono processati gli esponenti principali dei fasci siciliani)

Il Governo Crispi si distinse per la sua capacità nella mattanza; fu distrutto il più grande movimento di opposizione del Sud, gli anni che vennero dopo si caratterizzarono per la spoliazione della Sicilia e per la grande emigrazione, un grande grigiore pervase l’Italia e la condusse alla prima guerra mondiale.
 Dopo la prima guerra mondiale un nuovo grande movimento operaio si diffuse nell’Italia del Nord, ma il Sud e la Sicilia erano ormai sprofondate nel silenzio, la repressione del movimento dei fasci siciliani era riuscita a creare uno stacco temporale tra destini del nord e del sud  d’Italia.  Il movimento delle città operaie del nord d’Italia venne anch’esso represso e iniziò a diffondersi nel nord d’Italia un movimento piccolo borghese chiamato fascismo che non aveva nessun riferimento con lo spirito e le finalità dei fasci siciliani.

post inserito il 21/02/16

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