L’8 marzo,
come giornata mondiale, della donna ha origini molto complesse, ma sicuramente
è una giornata di lotta, alcuni preziosi appunti storici si trovano nelle
pagine di questo link.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna
Sempre in marzo, forse lo
stesso giorno 8, di tanti secoli fa, fu
uccisa la prima grande martire della libertà delle donne e della libertà di
pensiero, Ipazia
La data di
nascita di Ipazia è incerta, attorno al 370, ma sulla data di morte ci sono
elementi precisi che la collocano nel marzo del 415.
Ecco come riferisce lo storico della Chiesa Socrate Scolastico: era il mese di
marzo del 415, e correva la
quaresima: un gruppo di cristiani
«dall'animo surriscaldato, guidati da un
predicatore di nome Pietro, si misero d'accordo e si appostarono per
sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. Tiratala giù dal carro, la
trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale
la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo
che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brandelli del suo
corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli. Questo
procurò non poco biasimo a Cirillo e alla chiesa di Alessandria. Infatti
stragi, lotte e azioni simili a queste sono del tutto estranee a coloro che
meditano le parole di Cristo».
La sola colpa
di Ipazia era quella di essere tanto più intelligente e colta di tanti bigotti
intellettuali cristiani della sua epoca.
Qui Arpa
eolica riporta le note su Ipazia dal blog della Facolta di Matematica della
Bocconi di Milano
La più celebre matematica e filosofa dell'antichità. É la prima scienziata la cui vita
sia ben documentata ed è una delle poche ad essere
citata in quasi tutte le opere storiografiche delle scienze naturali. I suoi scritti sono andati
perduti o incorporati
in pubblicazioni di altri autori, ma esistono comunque buone fonti
contemporanee del suo lavoro e indicazioni delle sue opere in varie
raccolte.
Ipazia nacque ad
Alessandria d'Egitto, capitale delle scienze dell'Impero Romano e crebbe nel
colto ambiente alessandrino. Ricevette un'istruzione di prim'ordine dal padre
Teone, matematico e astronomo, direttore del "Museion", la più famosa
Accademia dell'antichità. Approfondi i suoi studi presso la Scuola
neoplatonica, oltre che ad Atene e in Italia.
Ipazia era ammirata per la
sua bellezza e la sua saggezza, ma non si sposò mai e all'età di 31 anni
assunse la direzione della Scuola neoplatonica di Alessandria. Insegnante di
matematica e di filosofia, ella fu un'autorità e un indiscusso punto di
riferimento culturale nello scenario dell'epoca. Scrisse trattati di matematica
e compilò tavole astronomiche.
La sua opera più significativa è un commento in tredici volumi all'Aritmetica di
Diofanto (Il sec.), il "padre dell'algebra", cui si devono lo studio
delle equazioni indeterminate - le diofantee - e importanti elaborazioni delle
equazioni quadratiche. Nel suo commento, Ipazia sviluppò soluzioni alternative
a vecchi problemi e ne formulò di nuovi che vennero inglobati in seguito
nell'opera di Diofanto.
Scrisse anche un commento in otto volumi a Le coniche di
Apollonio di Pergamo (111 sec. a.C.), un'analisi matematica delle sezioni del
cono, figure che furono dimenticate fino al XVI secolo quando vennero usate per
illustrare i cicli secondari e le orbite eli ittiche dei pianeti. In
quest'opera Ipazia inserì il Corpus astronomico, una
raccolta da lei compilata di tavole astronomiche sui moti dei corpi celesti.
La studiosa fu autrice con il padre di un commento all'Almagesto di
Tolomeo, una mastodontica opera in tredici libri che raccoglieva tutte le
conoscenze astronomiche e matematiche dell'epoca e di un'edizione riveduta e
corretta degli Elementi di
Euclide.
Ipazia si occupò anche di
meccanica e di tecnologia applicata. Le vengono attribuite due invenzioni: un
areometro e un astrolabio piano. Il primo strumento, che determina il peso
specifico di un liquido, fu progettato come un tubo sigillato avente un peso
fissato ad un'estremità: a seconda di quanto questo tubo affondava in un
liquido, era possibile leggerne su una scala graduata il peso specifico.
L'astrolabio progettato da Ipazia era formato da due dischi metallici forati,
ruotanti uno sopra l'altro mediante un perno rimovibile: veniva utilizzato per
calcolare il tempo, per definire la posizione del Sole, delle stelle e dei
pianeti. Pare che mediante questo strumento Ipazia abbia addirittura risolto
alcuni problemi di astronomia sferica.
Qualche nota sulle
immagini qui proposte.
Le immagini qui proposte sono:
la prima una testa di scultura e la seconda
un busto, di epoca romana; sculture con cui sovente si usa rappresentare Ipazia
per la sua bellezza, ma non ci sono riscontri certi che possano corrispondere
ai suoi tratti.
La terza è una pittura
pompeiana di una donna; e per la raffigurazione con un libro sovente s’intende
simboleggiare Ipazia.
La quarta immagine, figura
dai tratti femminei, è quella che Raffaello inserisce nel grande dipinto la Scuola
d’Atene. E’ molto alta la probabilità che Raffaello volesse inserire la
scienziata dentro l’affresco delle sale Vaticane.
Quinta immagine – l’intera Scuola d’Atene.
La scelta di Raffaello non
poteva essere esplicita, Ipazia era
stata perseguitata da un grande Teologo della Chiesa; e l’aver dato a quel
personaggio vaghi tratti di se stesso metteva a riparo il pittore da una
possibile critica per aver raffigurato Ipazia vittima della persecuzione. Nella grande scena della scuola d’Atene è l’unica figura che guarda verso coloro che
guardano il quadro; e pur non essendo nel centro, assume una parte catalizzatrice
rilevante; pare una soglia tra il
passato e il futuro della filosofia; infine, a differenza degli altri
abiti, il suo è completamente bianco, colore associabile
alla vittima sacrificale.
Per chi sostiene che possa essere lo stesso
Raffaello, e per eliminare ogni residuo dubbio vale una domanda. Per quale
motivo Raffello si sarebbe rappresentato come l’elemento più emblematico della
Scuola d’Atene? Rispondere a questa domanda ci porta a confermare la scelta di un modo per
rappresentare Ipazia.
Altre immagini su Ipazia le
ritroviamo nella pittura dell’Ottocento;
ma in quel secolo ormai le donne erano alla testa di tante lotte, qui un
link di Arpa eolica sui pittori Gaspard Jules Maurice e Mitchell Charles
William IPAZIA e
l’ottocento
Altri link con note biografiche della filosofa di Alessandria
reperibili in rete
Il
recente film Agora (2009) dedicato ad
Ipazia qui alcune scene
Molto interessante questo tuo post. Ho ritrovato per caso il tuo account ed ora lo metto tra i miei link così ti seguo.
RispondiEliminaPaola