Stanno per passare 100 anni (dalla guerra del 1914 – 1918) ed emergono ancora ferite. Giorni addietro il
Papa ha ricordato il genocidio del popolo armeno e la parola stessa ha generato
discordie e minacce di ritorsioni.
“Con la
fine di quella guerra si stabilirono equilibri vendicativi tra le nazioni
europee che portarono, dopo meno di trenta anni, a una nuova guerra
ancora più disastrosa.
Dopo il secondo conflitto mondiale in Europa nasce
uno spirito di solidarietà europeo che ci ha fatto vivere una pace per quasi 70
anni, oggi questo spirito è in crisi per motivi economici, la Russia viene
considerata antieuropea e il vicino Medio Oriente abbonda di nuovi scenari di
guerra. L’Europa deve acquisire il ruolo di grande mediatore di Pace tra USA e
Russia e offrire soluzioni di pace per il Medio Oriente, l’unità europea è
fattore di pace, la disgregazione europea può determinare nuovi e
pericolosi scenari di guerra dentro la stessa Europa. (f.z)”
“Alla guerra!”... Romanzo
storico di Luigi Natoli, nasce come romanzo di appendice a puntate sul Giornale
di Sicilia (Palermo) in 204 puntate dal 19 ottobre 1914, dopo cento anni e in occasione del centenario
della Prima Guerra Mondiale è stato pubblicato per la prima volta in libro (ben
950 pagine) da I Buoni Cugini Editori di Ivo Tiberio Ginevra, con le
illustrazioni di Niccolò Pizzorno.
A differenza di tutti gli altri romanzi del grande scrittore
siciliano, “Alla guerra!”, è ambientato nella Francia del luglio 1914, invasa
all'improvviso dal Kaiser Guglielmo II, che difende la libertà. Il
Romanzo si svolge intorno a una dolce e drammatica storia d'amore, con episodi teneri
e appassionati, nell’immenso incendio che devasta mezza Europa.
Natoli
scrisse su quell’evento un romanzo
drammatico e dal respiro universale. Quella guerra divenne lunghissima,
e nella sua portata distruttiva falcidiò
tanti giovani, nel 1917 moriva in
guerra uno dei figli dello scrittore, Clodomiro Natoli. Il suo nome figura
nella lapide di Palermo in ricordo dei caduti .
Qui sotto una commovente pagina del romanzo di Natoli del 1914
"
C’era ancora il cadavere del capitano, col suo profilo tagliente, coi baffi
grigi quasi ispidi; disteso sul letto con le mani incrociate; ed era solo, chi
poteva in quel momento vegliare un morto? Ella lo guardò con un misto di pietà,
di ribrezzo, di curiosità. Sedette a un angolo della camera, sopra una seggiola
bassa, e si mise a recitare le preghiere. Se ci fosse stata dell’acqua
benedetta nella pila di porcellana appesa al capezzale del letto! Si alzò,
guardò: c’era. Tolse allora la frondicella dell’ulivo benedetto, che era
infilata di traverso all’anello della piletta; ne immerse le foglie nell’acqua,
e spruzzò il volto, le mani, la divisa del morto. E le parve di aver reso un
pio e doveroso tributo verso di lui; le parve che il morto dovesse esserne
lieto e grato. Ella se ne sentiva più sollevata; posò l’ulivo fra le mani del
morto, e ritornò a sedere e a pregare.
Ah
quell’ulivo, simbolo di pace e di concordia fra gli uomini, posto dalle mani
inconsapevoli di una povera contadina, fra quelle di un ucciso nella tremenda
guerra di sterminio, quale profondità di significati attingeva negli abissi del
pensiero! La fede ingenua, la pietà umana, si confondevano con la più feroce e
spietata ironia. Era il crollare rovinoso di tutte le teorie umanitarie e
sentimentali dinanzi alla realtà inesorabile; ed era anche l’eterna aspirazione
a una divina armonia; pareva una protesta contro la crudeltà belluina della
guerra; il vaticinio o l’augurio che dalle terre bagnate di tanto sangue umano
germogliasse l’albero della pace universale…"
Questo libro di Natoli, è disponibile in tutte le
librerie della Sicilia o è ordinabile tramite
o tramite IBS alla pagina
immagini: copertina del libro - lapide in ricordo dei caduti a Palermo -
Un altro post di Arpa eolica dedicato a questo romanzo
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