FROM THE REPUBLIC OF CONSCIENCE

Seamus Heaney ha lasciato la poesia e la terra poco tempo fa, il 30 agosto 2013.  Per ricordarlo Arpa eolica inserisce in questo post il poema  FROM THE REPUBLIC OF CONSCIENCE (dalla repubblica della coscienza), poema scritto da Heaney per Amnesty International  e reperibile sul sito Amnesty alla pagina
Heaney ci porta nella repubblica dei diritti umani, dove se abbandoniamo le nostre nebbie e paure possiamo incontrare noi stessi uguali cittadini del mondo.

 La traduzione in italiano che segue è di  Federico Zaffuto

FROM THE REPUBLIC OF CONSCIENCE


I

When I landed in the republic of conscience
it was so noiseless when the engines stopped
I could hear a curlew high above the runway.
At immigration, the clerk was an old man
who produced a wallet from his homespun coat
and showed me a photograph of my grandfather.
The woman in customs asked me to declare
the words of our traditional cures and charms
to heal dumbness and avert the evil eye.
No porters. No interpreter. No taxi.
You carried your own burden and very soon
your symptoms of creeping privilege disappeared.

II

Fog is a dreaded omen there but lightning
spells universal good and parents hangs
waddled infants in trees during thunderstorms.
Salt is their precious mineral. And seashells
are held to the ear during births and funerals.
The base of all inks and pigments is seawater.
Their sacred symbol is a stylized boat.
The sail is an ear, the mast a sloping pen,
the hull a mouth-shape, the keel an open eye.
At their inauguration, public leaders
must swear to uphold unwritten law and weep
to atone for their presumption to hold office –
and to affirm their faith that all life sprang
from salt in tears which the sky-god wept
after he dreamt his solitude was endless.

III

I came back from that frugal republic
with my two arms the one length, the customs woman
having insisted my allowance was myself.
The old man rose and gazed into my face
and said that was official recognition
that I was now a dual citizen.
He therefore desired me when I got home
to consider myself a representative
and to speak on their behalf in my own tongue.
Their embassies, he said, were everywhere
but operated independently
and no ambassador would ever be relieved.

Dalla Repubblica della Coscienza
I
Quando atterrai nella repubblica della coscienza
c’era così silenzio quando i motori si fermarono
che potevo sentire un chiurlo in alto sopra la pista.
All’immigrazione, l’impiegato era un anziano
che aveva fabbricato un portafoglio dal suo povero cappotto
e mi mostrò la fotografia di mio nonno.
La donna alla dogana mi aveva chiesto di dichiarare
le formule di guarigione e gli amuleti della nostra tradizione
per guarire il mutismo e allontanare il malocchio.
Nessun facchino. Nessun interprete. Nessun taxi.
Ti sei portato il tuo stesso fardello e molto presto
i sintomi del tuo strisciante privilegio scompariranno.


II
Lì la nebbia è un presagio terribile ma un fulmine
rivela beni universali e genitori appendono
agli alberi durante i temporali bambini dondolanti.
Il sale è il loro prezioso minerale. E conchiglie
sono appoggiate all’orecchio durante le nascite e i funerali.
Il fondamento di tutti gli inchiostri e i pigmenti è acqua di mare.
Il loro simbolo sacro è una barca stilizzata.
La vela è un orecchio, l’albero una penna in pendenza,
lo scafo è a forma di bocca, la chiglia di occhio aperto.
Alla loro inaugurazione, i leaders
devono giurare sostenendo leggi non scritte e piangere
per espiare la loro presunzione di ricoprire l’incarico –
e per affermare la loro fede nel fatto che tutta la vita  proveniva
dal sale delle lacrime che il dio del cielo pianse
dopo aver sognato che la sua solitudine era senza fine.

III

Ritornai da quella frugale repubblica
con le mie due braccia unica misura, la donna della dogana
aveva insistito che la mia indennità fossi io stesso.
L’uomo anziano si alzò e mi fissò dritto in faccia
e disse che era stato ufficialmente riconosciuto
e che io ora avevo una doppia cittadinanza.
Egli quindi desiderava che quando tornassi a casa
considerassi me stesso un rappresentante
e di parlare per conto loro nella mia lingua.
Le loro ambasciate, mi disse, erano ovunque
ma gestite in modo indipendente
e nessun ambasciatore sarebbe stato mai sollevato.


Torna all’ Home page

2 commenti:

  1. Perdona la correzione. Nell'ultimo verso della seconda stanza, "dopo aver sognato che la sua solitudine era senza fine."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ho inserito, grazie a nome del traduttore per il tuo contributo
      ciao
      francesco

      Elimina

Post aperto a dibattito, si possono inserire commenti immediatamente ed automaticamente – i curatori di arpa eolica si riservano di cancellare rettifiche e commenti che possano contenere offese a terzi o appelli alla violenza. Grazie per i commenti che andate ad inserire.