Un problema con il Presepe
Sto
provando a fare il Presepe.
Sopra
sistemo
il cielo di
carta blu scura e stellata
e sotto
una capanna malandata
nell’antico
uso che l’interno
si possa
vedere dall’esterno
alla
faccia del freddo dell’inverno.
Sulle
tegole,
se
reggono !?
ci metto, a
traccia della via,
una stella
che lascia la scia.
E dentro la
capanna asino e bue,
stretti
tra la paglia tutte e due,
e poi
proprio li vicino,
ci piazzo una
culla
con padre,
madre e Bambino.
E verso la
capanna in fila
e di lato
e di fronte,
una massa
pastori
e tante
pecore sparse in paesaggio,
e neve e alberi
e luci
e case di
cassette di cartone.
Così con
case davanti e case fuori mano
posso fare un presepe napoletano;
ogni
figura ha giusto il suo mestiere:
il
calzolaio, il postino ed il barbiere,
la
portatrice d’acqua e il ferraiolo,
c’è pure
un tassinaro e un legnaiolo.
Trovo uno
spazio anche per il porcaio
e vicino
ci sistemo il macellaio,
e per non
far torto a nessuno, l’ortolano
che vende
la cicoria al vegetariano
In chiusura
a sinistra,
con
l’ultimo cartone, faccio un casalino
e ci metto
un oste che versa il vino
al sindaco
che con fascia tricolore
si fa una
bevuta con il questore
In
chiusura a destra,
sotto i
palmizi,
cammelli,
Re Magi, frati e suore.
Ho finito.
Ma mi
sorge un problema di cuore!
Poiché
tutti i posti sono assegnati,
dove li
posso mettere i disoccupati?
(questa poesia è stata inserita anche nel bolg Crea pane e lavoro http://creapaneelavoro.blogspot.it/ )
Amara conclusione! Ma rispondente ad un effettivo problema.
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