Instancabili raccoglitori di spighe di sole

 Diversi incontri di lettura di poesie si sono concentrati nel mese di marzo per l’inizio della primavera, la stessa data scelta dall’ONU del 21 Marzo per celebrare la poesia è stata di stimolo;  ma uno degli incontri ha rivestito una particolare peculiarità, quello del  20 marzo al Gran Caffè al Foro di Milano dei Poeti dell’Ariete.
 La stanza è affollata come per ogni incontro mensile, Luigi Giurdanella saluta cordialmente i poeti intervenuti, Maria Elena Mejani con scrupolo segna l’ordine degli interventi, su un angolo della sala sono esposti i dipinti di alcuni di quei poeti che cercano luce e colore anche con le mani, c’è il bisbiglio  dei saluti che aleggia per la sala, poi silenzio ed inizia le lettura.
 Niente di straordinario,  potreste dire, è quello che può accadere in qualsiasi incontro di poeti. Solo che qui accade da ben 24 anni, con incontri mensili;  la durata dell’evento è già un rarissimo evento. Se poi si aggiunge all’evento la sua  gratuità, la mancanza di sponsor protettori, la mancanza di benevolenze politiche, la mancanza di illustrissimi, siamo nella sfera dei miracoli rarissimi.
“Noi continuiamo a ribadire che l’obiettivo dei nostri incontri è far capire che grazie alla poesia si possono abbandonare i propri egoismi, abbracciare il bene comune, esprimere solidarietà, difendere la tolleranza, rivendicare la libertà, insomma con la poesia si può combattere la desertificazione dello spirito”;  ha scritto Luigi Giurdanella nel giornalino “I Poeti dell’Ariete News” che raccoglie puntualmente tutti gli interventi poetici dell’incontro del mese precedente; e per durare 24 anni vuol dire che la frase non è solo una affermazione ma un esercizio di comportamento.
 Due ore di lettura, e scorrono le voci ora esitanti, ora accorate, in certi momenti non è facile ascoltare tutti e non perdere il filo, eppure rimane fino alla fine della serata il senso iniziale di disponibilità all’ascolto e di cordialità. Ci si saluta con un nuovo tema per il mese successivo, una traccia giusto per non perdersi, poi ognuno ci arriverà attraverso il percorso del suo sentire. Il prossimo appuntamento annunciato è per il 30 aprile ed il tema è “C’è un albero dentro di me”;  il verso e la poesia di Nazim Hikmet farà da guida per i Poeti dell’Ariete al prossimo incontro.
22/03/14 francesco zaffuto

Immagine – costellazione dell’Ariete - dipinto di Luigi Giurdanella

Qui riportata la poesia di Nazim Hikmet nella traduzione di Joyce Lussu

C'è un albero dentro di me
trapiantato al sole
le sue foglie oscillano come pesci di fuoco
le sue foglie cantano come usignoli

è un pezzo già che i viaggiatori sono scesi
dai razzi sul pianeta ch'è in me
parlano una lingua che ho udito in sogno
non ordini non vanterie non preghiere

in me c'è una strada bianca
le formiche passano coi semi di grano
i camion passano col chiasso delle feste
ma il carro funebre - è proibito - non può passare

in me il tempo rimane
come una rosa rossa odorosa
che oggi sia venerdì domani sabato
che il più di me sia passato che resti il meno
non importa.

Qui il link della lettera che Nazim Hikmet scrisse a Joyce Lussu sul 

1 commento:

  1. Grazie Francesco della tua “cronaca” puntuale e scrupolosa. Hai saputo cogliere il senso e la peculiarità del nostro “fare poesia”, e te ne sono infinitamente grato. Un caro saluto. Luigi

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