FORME E RI-FORME: SEMPRE POESIA É


Editoriale di Luigi Giurdanella  
Da: “I POETI DELL’ARIETE NEWS”
n°146 - febbraio 2019
Nel mondo della poesia c’è sempre stata una vivace fioritura. Si è detto e scritto tanto, a volte anche cose stupide e bizzarre, sul ruolo che la poesia assume nelle nostre vite e nel mondo. Comunque vasto è il linguaggio poetico, un linguaggio capace di convogliare emozioni verso chi ha ancora la voglia di provarne, nonostante che la tendenza della nostra società è quella di lasciarsi sopraffare dalla pigrizia mentale, tanto che definire il ruolo che ha oggigiorno questa arte, è arduo.
A volte la poesia è un luogo dove perdersi, nascondersi, ma soprattutto un luogo dove, poi, ritrovarsi. Se nella poesia ci sono limiti, c’è nel contempo la volontà di superarli, e questa è la sua forza. Si tratta sempre del germogliare di poesie che dicono del rinnovamento, dell’apertura al nuovo, del rinascere attraverso un senso di continuità delle emozioni, dei sentimenti, accade allora che queste poesie atipiche o per lo meno non lineari, funzionano come degli autentici semi di speranza, qualcosa che è capace di un miglioramento, portando con se un intero corredo di immagini e di emozioni, oltre che la risorsa della sperimentazione. L’esperienza estetica è sempre un avvenimento poetico, cioè di poiesi, di libertà immaginativa e creativa dell’anima: l’immaginazione è un atto creativo (peculiarità del poeta è immaginare).Tutto ciò che bisogna fare è lasciarsi andare al piacere, alla gioia, alla bellezza della poesia insita nell’ “opera”. Già nelle sperimentazioni del Surrealismo e poi del Simbolismo, la parola poetica aveva cominciato a trasformarsi intrecciandosi con la figura (o diventando figura essa stessa), un segnale di rottura con le forme classiche del verso e della composizione artistica. Nel primo novecento l’esperienza Dada e quella del Futurismo hanno fatto propria l’assoluta libertà grafico-verbale: le loro sperimentazioni sono diventate un’eco del mondo nuovo, in cui anche la parola si fa immagine, o addirittura suono e onomatopea. L’effetto onomatopeico diventa protagonista nelle parole in libertà o Parolibere di Marinetti, poeta futurista che si ribella alla compostezza della pagina scritta per andare oltre. Ma se le “Parole in Libertà” dovevano essere la fase successiva al verso libero , che usiamo ancora adesso tutti noi, fu Palazzeschi con la famosa poesia “La fontana malata” a dare il massimo esempio di poesia onomatopeica (tutti ricordiamo i versi: “Clof, clop, cloch/ Cloffete,/Cloppete,/ clocchete,/ chchch…”). Affascinati dalla potenza espressiva delle immagini e dalla forza delle parole, molte furono le esperienze e le sperimentazioni sviluppatesi successivamente alla poesia verbo-visiva. Molti i poeti e gli artisti che hanno esplorato innumerevoli forme, concezioni poetiche e artistiche, materiali, tecniche e messaggi. L’unione dei due aspetti, parola e immagine, segue quei fili dei pensieri per cui si riesce a trovare quel senso poetico che a volte si nasconde nelle cose, come sotto una maschera, tolta la quale, si scopre quanta sia bella la poesia che c’era sotto; ci sorprende sempre il capire che quello che era per noi prima incomprensibile, perché nascosto, ci si rivela: così scopriamo e impariamo tutto un mondo che non avevamo ancora conosciuto. Bisogna andare oltre la superficie per comprendere l’essenza della poesia! Arte e poesia sono elementi che ci permettono di esulare da quel quotidiano che ci siamo costruiti addosso e ci impigrisce. L’uomo sta diventando sempre più freddo e razionale, legato al calcolo e alle tesi scientifiche e tecnologiche, mentre avrebbe bisogno di poesia, letteratura e arte; dovrebbe entrare nel mondo del fantastico e dell’irrazionale e nel contempo, può sembrare paradossale, è la poesia che intercettando lo spirito del tempo, diviene strumento privilegiato attraverso il quale avvicinarsi alla verità. Ai giorni nostri c’è ancora una continuità della ricerca poetica. Il 12 dicembre 2018, il movimento artistico della “poesia visiva”, ha inaugurato a Treviso, alle “Gallerie delle Prigioni”, la mostra “Poetic Boom Boom” dove espongono poeti e artisti di tutta Europa, il tutto documentata nell’interessante e bellissimo volume: “Visual Poetry in Europe”. E l’ultima tendenza, sempre parlando di sperimentazione poetica, è la “Graphich Poetry”, cioè la poesia a fumetto, che esaltando immaginazione e poesia lancia un genere tutto a divenire. Comunque è sempre la Poesia che può offrire, ancora oggi, una bussola per iniziare ad orientarci.


Immagine – Magritte - ceci n'est pas une pipe

ìPost inserito il 03/03/2019
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