A Torino un gesto
forte di Papa Francesco, la richiesta di perdono ai valdesi:
"Da parte della chiesa cattolica vi chiedo
perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non
umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi".
Per capire il senso
profondo delle parole del Papa occorre andare a leggere qualche pagina di
quell’antica tormentata storia.
Pietro
Valdo nacque a Lione nel 1140.
La più antica testimonianza sull'attività di Valdo, risalente agli anni 1174 - 1179, è nel Liber visionum et miraculorum,
un manoscritto proveniente dall’abbazia di Clairvaux, viene riportato che: «A Lione, prima metropoli, viveva un uomo
molto ricco e famoso che distribuì ai poveri tutte le cose che aveva, non
riservandosi alcunché. Costui divenne così povero che di porta in porta, in
modo pubblico come gli altri poveri, nella città in cui aveva brillato per
gloria e onore di ricchezze, mendicava il sostentamento, suscitando la
riprovazione dei suoi concittadini…”
Già dal 1177,
iniziò ad avere compagni che elargirono ogni loro proprietà ai poveri e lo seguirono.
Il Terzo Concilio ecumenico
lateranense si aprì a Roma il 5 marzo 1179; sono presenti anche Valdo e alcuni seguaci per chiedere
l'approvazione della loro confraternita - che fu concessa - e il permesso di
predicare.
Nel 1181 muoiono tanto Alessandro III - al quale succede papa Lucio III - che l'arcivescovo Guichard di Lione, la cui
successione si avrà nell'ottobre1182 con
l’arcivescovo Giovanni
Bellemani.
Durante il convegno di Verona con l'imperatore Federico Barbarossa, nel quale era
presente anche Giovanni Bellemani, papa Lucio III promulgò la costituzione Ad abolendam diversarum haeresium
pravitatem che si occupò dei
mezzi da adottare per condurre a fondo la lotta contro le eresie. Si faceva
obbligo al vescovo di intervenire dove vi erano sospetti di eresia. Dopo esser
stati individuati come eretici i Catari, Patarini e gli Umiliati cominciarono ad essere sospettati i
Valdesi. Iniziarono le accuse, dall'usurpazione dell'ufficio apostolico alla
disubbidienza, poi nella contumacia e poi nella sentenza di scomunica; infine,
l'arcivescovo decretò la loro espulsione dalla diocesi di Lione. Individuati
come eretici iniziarono le persecuzioni;
riuscirono a salvarsi dalle persecuzioni solo quelli che raggiunsero le valli montane più impervie. Valdo muore tra
il 1206 e il 1207.
La vita di Francesco d’Assisi, segue quella di Valdo di alcuni anni, e le somiglianze sono
notevoli. Francesco iniziò con lo spogliarsi dei beni della famiglia e a fare
testimonianza di povertà, e nell'inverno
del 1206
partì per Gubbio:
in segno umiltà servì e curò i lebbrosi. Francesco stesso disse che la sua vera svolta
di conversione avvenne nel lebbrosario
di Gubbio, quando si accostò
a quelle persone bisognose
Placatosi lo scandalo sollevato dalla rinuncia dei beni paterni,
Francesco ritornò ad Assisi. Per un certo periodo se ne stette solo, impegnato
a riparare alcune chiese in rovina. Nel 1208, Francesco iniziò la sua predicazione, ben presto altre
persone si aggregarono a lui e, con le prime adesioni, si formò il primo nucleo
della comunità di frati.
Nel 1209,
Francesco si recò a Roma per ottenere l'autorizzazione della regola di vita, per
sé e per i suoi frati, da parte di papa
Innocenzo III;
dopo alcune esitazioni iniziali, il Pontefice concesse a Francesco la
propria approvazione orale alla cosiddetta prima Regola non bollata. Francesco
non contestava l'autorità della Chiesa, la considerava "madre" e le
offriva obbedienza, non intendeva porsi come antagonista e scivolare in accuse
di eresia; ben viva era all'epoca la
vicenda dei catari e Francesco poteva essere scambiato per un cataro per la
sua povertà e la predicazione ai ceti subalterni.
La pacifica
rivoluzione che il nuovo Ordine stava compiendo dava i suoi frutti e le
adesioni continuavano a crescere. Iniziarono però anche i primi problemi:
Francesco temeva che, ingrandendosi senza controllo, la fraternità dei Minori
deviasse dai propositi iniziali. Nel
1223, con la bolla «Solet annuere», papa
Onorio III approvò definitivamente la «Regola seconda», che fu
redatta da Francesco con l'aiuto del cardinale Ugolino d'Ostia (lo stesso futuro papa Gregorio IX). Nella seconda
regola, pur continuando a perseguire la povertà, Francesco sancisce una fedeltà
assoluta alla gerarchia della Chiesa, accettandola "senza commento",
cioè senza interpretazioni. Francesco
muore tre anni dopo, e successivamente ci saranno scissioni tra frati che
volevano richiamarsi alla prima regola e frati obbedienti alla seconda regola; la
Chiesa cattolica si apprestò a santificare Francesco e ne fece una icona di
fede; i frati che si richiamavano alla prima regola furono perseguitati come
eretici.
Sia Valdo e
sia Francesco cercarono un ponte con la madre chiesa, quello di Valdo si spezzò
e quello di Francesco rimase in piedi anche per la stessa intercessione di
Gregorio IX, due storie vicine e che ebbero maturazioni ben diverse. La storia
dei valdesi si legò sempre di più al complesso movimento protestante; quella dei francescani divenne contigua alla
chiesa cattolica fino al punto di trovare rappresentanti dell’ordine
francescano nella veste di inquisitori.
Riferimenti:
schede di Wikipedia su Pietro Valdo e Francesco d’Assisi - Merlo Grado G. Nel
nome di San Francesco, Storia dei frati minori e del francescanesimo sino agli
inizi del XVI secolo.
Oggi 22 giugno 2015, Papa Francesco, con la consapevolezza
del tempo e della storia, compie un gesto che vuole iniziare un’epoca di
attenzione e comprensione. (f.z.)
Qui a margine
si allega il link dell’opera teatrale
sugli ultimi anni di vita di San
Francesco d’Assisi Salvare
qualcosa
immagini - Statua di Pietro Valdo a Worms - Germania
Francesco di Assisi - di Cimabue
Postato il 22
giugno 2015
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