Con l’intervento “a Nicodemo”
del poeta Vittorio Stringi si è iniziato sul blog Arpa eolica un dibattito
sulla corruzione in Italia, sull’origine del male, su responsabilità e rimedi.
Ecco due nuovi interventi
Vittorio Stringi - Caltanissetta 20
marzo 2015
“Per combattere la corruzione in Italia
bisogna cambiare gli italiani” diceva Indro Montanelli. La vita di un paese
è fatta di persone che agiscono, nel bene e nel male, che si ritrovano insieme
formando una comunità. Le solite analisi
storico politiche sull’Italia risultano essere sempre sbagliate, perchè non
affrontano la vera causa dei nostri mali.
La
nostra è una nazione malata che ha in sé le colpe e i difetti di una comunità
che non riesce a farsi, a compiersi, e non soltanto per colpa del potere, delle
classi dirigenti politiche, economiche e culturali, ma per colpa soprattutto
del suo popolo, dei suoi cittadini, che sopportano il peso del male, dei fatti
che si snodano ogni giorno nella loro vita.
La
storia, la filosofia, l’antropologia, la sociologia, la psicoanalisi, tutte le
discipline sono risultate incapaci di dare una risposta all’ingovernabilità, al
potere delle mafie e soprattutto alla corruzione. C’è da notare come tutte le
comunità del mondo, prima di diventare società, attraversano periodi di grande
travaglio e sanno, che non è possibile vivere insieme se non c’è la legge e un
potere che, con le sue articolazioni sociali e culturali, agevola, incanala
tutte le pulsioni passate e presenti, in un alveo di civiltà condivisa. Il passato
viene elaborato e con esso il male che è in ogni uomo e quindi in ogni comunità
di uomini.
Il
nostro paese ha sempre vissuto il
riflettere su sé stesso come una colpa, ed è stato incapace di elaborare il
male che si porta dentro. Quindi non vive come comunità che ha fatto i conti
con il suo passato e in questo modo non si è prodotta storia condivisa. Ancora
oggi il male e le barbarie di natura italiana non sono considerati oggetto di
analisi e non vengono vissuti come problemi da risolvere. Può sembrare un
assurdo storico, se si pensa che simili problematiche possano ancora esistere,
eppure ci sono e non dovrebbe né fare scandalo, né meravigliare se diciamo che
gli italiani sono un popolo, senza memoria, senza senso civico e senza morale
pubblica.
Ognuno
è il proprio paese, la propria identità e la propria cultura. Il mio Paese sono
io e soffro nel vedere ogni giorno come è ridotto. Con Ungaretti mi sento di dire che: “…è il mio cuore il
Paese più straziato…”.
………
Francesco Zaffuto - Monza 24 marzo 2015
In Italia si
è vissuto per bande e per famiglie; la
copertura poteva essere assicurata per appartenenze di nascita o per
appartenenze di clientela, e si è accompagnata la necessità di pagare un prezzo
o un pizzo.
Si sono rincorse due forme di corruzione:
quella per arricchimento e quella per sopravvivenza. Il corrotto per
sopravvivenza è diventato alleato del corrotto per arricchimento, e nel
contempo è diventato annientato e incapace di lottare e di proporre un suo
riscatto.
Grande la responsabilità della cultura o
meglio degli uomini di cultura, ma occorre trovarli. Dove sono? Annidati nelle
università, nei giornali, nelle case editrici, nei circoli scientifici. Cosa
dicono? Di solito non dicono oppure giustificano, oppure elevano un generico
lamento verso la classe politica, la genericità del lamento rende impossibile
trovare rimedi, forse non si vogliono trovare rimedi.
Le diagnosi e
i rimedi indicati dalla cultura dovevano
essere calati nella prassi attuativa dai politici. Ma si è diffusa e accettata la
definizione “la politica è una cosa
sporca”, come se la responsabilità non fosse del corrotto e del corruttore ma
avvenisse per una epidemia connaturata alla politica stessa; accettare questa
definizione ha portato all’effetto dell’allontanamento dalla politica degli
onesti e dei capaci lasciando campo libero ai mediatori della corruzione.
Qualche ventata di rinnovamento c’è stata, ma
subito è stata travolta dalla dinamica della guerra per bande; chi era rimasto indenne dalla corruzione per
arricchimento e dalla corruzione per sopravvivenza è stato travolto da un altro
male, una litigiosità infinita per ogni
minima rappresentazione di potere, anche della finzione del potere stesso.
Allora occorre pazientemente cominciare o
ricominciare, ed è responsabilità di chi sa e chi sa deve parlare. E’ grande la
responsabilità degli uomini di cultura per avviare il processo, e più rivestono
posti di prestigio sociale e più grande è la loro responsabilità.
Il compito
della cultura è quello di un buon medico condotto: fare una diagnosi e indicare
qualche rimedio; non è certo un buon
medico quello che abbandona il malato alla cura delle mosche.
Nei commenti si può proseguire il
dibattito …
SI SALVI CHI PUO’… LA CORRUZIONE HA VINTO!
RispondiEliminaLa cosa più brutta che può capitare ad un politicante è di avere una persona onesta nel proprio partito! Quando c’era l’Italia del dopoguerra dell’ultima guerra mondiale… “quasi tutti i segretari di tutti i partiti politici erano onesti”. Erano veramente Statisti! Erano avversari non nemici. Dal C. A. F. (Craxi, Andreotti Forlani) in poi TUTTO è CAMBIATO: la classica diatriba tra Comunisti e Democristiani è finita e con essa l’Italia democratica! Alcune televisioni private si sono appropriate di alcune risorse informative e mezzi dello Stato… tramite leggi adeguate. Così ogni struttura delloStato si è adeguata all’arrembaggio della “barcaccia italiana” fino ad affondare nell’abisso. L’ESEMPIO
Durante un mio discorso pubblico un cittadino mi ha fatto questa domanda: “Se rubano i politici e i membri del Governo perché non debbono rubare i cittadini? Credo che la stessa domanda se la sono fatta anche i mafiosi, i camorristi e tanti altri “gentiluomini” che trafficano con la droga e tante altre cose belle. Per fortuna c’è chi osa affrontare questa gentaglia e ci lascia sperare… in un mondo migliore! Ci sono anche degli eroi, che hanno dato e danno la vita per portare avanti le loro idee… di Giustizia e libertà. Credere che un Tale si possa arricchire tanto da diventare il più ricco d’Europa e avere ville dappertutto significa essere complice perché desidera diventare come Lui. Anche i mezzi di comunicazione spesso remano a favore dei disonesti e non dei cittadini derubati anche della loro misera pensione.
APPELLO AI POLITICANTI: Per favore… invece di chiacchierare in TV fate il vostro dovere
per cui siete stati votati. Chiedo scusa alle persone oneste. Calogero Di Giuseppe
Calogero con il suo commento ci richiama ad alcuni percorsi della Storia d’Italia. Provo ad aggiungere qualche elemento, anche se mi rendo conto che le analisi storiche sono sempre difficili perché convergono tanti fattori.
EliminaNei primi anni 50 l’Italia usciva da un periodo terribile, una guerra da lei promossa con l’alleato nazista e persa, le ferite erano fortissime; il dopoguerra porta in Parlamento forze nuove e c’è in tutto il paese una voglia di ricominciare. Nel ricominciare, dopo i primi anni di magra e di cinghia stretta arrivano i primi anni 60, quelli del cosiddetto boom economico e inizia una favola falsa per molti aspetti: tutto si può raggiungere, tutto va avanti, progresso, elettrodomestici, cambiali per avere oggetti del progresso, il passato è meglio dimenticarlo, ogni riflessione storica sembra abbandonata, meglio rincorrere i nuovi miti anche se sono falsi. La generazione del ’68 pone fine ai miti degli anni del boom, demistifica e critica tutto, ripropone la riflessione sulla Storia e nel contempo pone la Storia in termini schematici, sogna una rivoluzione di cui non può rappresentare neanche il disegno. Quella generazione antagonista si brucia non riesce a portare linfa alla classe politica, la vecchia classe politica si chiude a riccio in difesa, e in quella difesa tutto è concesso anche la difesa di privilegi per estendere al massimo la clientela. Quelli che Calogero descrive come gli anni del Caf sono gli anni 80; aumenta a dismisura il debito pubblico e non per migliorare le condizioni sociali (e in tal caso poteva essere legittimo) ma per affermare le clientele di potere. Gli anni novanta e i presenti li abbiamo sotto gli occhi, lo sfascio appare totale, ma molti elementi della corruzione vengono alla luce anche per i buon lavoro di alcuni magistrati. La corruzione mi pare che abbia, in questo percorso storico, sempre come filo conduttore “la mancanza di solidarietà sociale”; alla solidarietà sociale si sostituisce la connivenza di partito, di clientela, di banda, di gruppo, di famiglia. La legalità in qualche modo deve essere utilizzata per costruire la solidarietà sociale.
Dopo queste sintetiche analisi credo sia opportuno portare avanti all'infinito il cancerogeno problema della CORRUZIONE. Ormai le "teste malate" sono tantissime... senza una "lotta continua" non si risolve nulla. Si ricordano, ai distratti, che i grandi eroi di Mani Pulite hanno lottato più di vent'anni e lottano ancora... spesso derisi in dibattiti pubblici come in TV e media di tutte le forme politiche e di malaffare. Per essere onesto non occorre nessuna legge: basta esserlo! Ci sono troppe leggi in Italia fatte apposta per truffare e imbrogliare i cittadini. L'dea di aprire un confronto sulla CORRUZIONE è ottima: io nei miei blog in vari modi ne parlo moltissimo. Anche nei miei libri... come LA SPAZZATURA UMANA, ormai "le scorie" lasciate dalle bestie umane sono veramente dappertutto: In cielo, in terra in mare e in parlamento. Calogero.
RispondiElimina" Noi siamo un paese senza memoria. Il che significa dire senza storia. L'Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell'oblio dell'etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero far comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l'Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com'è. In cui tutto scorre per passare davvero. Se l'Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili. Imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l'etica, con l'identica allergia alla coerenza, e una tensione morale." Pier Paolo Pasolini Scritti Corsari - 1975
RispondiEliminaChe dire di più, davvero occorrerebbe che ogni persona onesta, in ogni luogo, facesse battere i tamburi, in modo assordante e incessante, per costringere a una presa di coscienza individuale e collettiva, capace di imporre, nel nostro Paese, una classe dirigente degna di questo nome.
Ho dimenticato di firmarmi e chiedo scusa: sono Adele Denti
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