La poesia è come
un piccolo fiore delicato che può crescere anche fra lamiere aguzze, fatto di
parole, e il poeta ha il compito di custodirlo con cura dice in una sua poesia Calogero Di Giuseppe.
Qui un breve
percorso tra le poesie di Calogero Di Giuseppe,
altre poesie potete trovarle sul suo blog a questi link.
FRALAMIERE AGUZZE
(Inno alla poesia)
Nascere dal nulla
fragilissimo fiore
e trovarti nelle mie piccole mani
non è reale soltanto
ma miracolosamente vero.
Piccolo, tenue…fiore
nato nella giungla
e coltivato tra mucchi di lamiere…
saprò amarti e sfiorandoti
con le mani straziate
da lamiere aguzze
ti dirò eternamente t’a…
Non lascerò che la ruggine
arrossisca il gracile gambo
né coglierti farò
da mano alcuna.
22 Settembre 1979 Milano
RESURREZIONE
Nel tardo autunno
lasciò l’albero
una foglia.
Si credeva morta.
Una formica
caduta nello stagno
vi si appigliò;
insieme
raggiunsero la riva
una foglia.
Si credeva morta.
Una formica
caduta nello stagno
vi si appigliò;
insieme
raggiunsero la riva
6 Luglio 1973 Aeroporto Forlanini
AZZURRO
Azzurro ero un giorno
e mi chiamavano mare.
Sulle mie spalle
galleggiavano canoe e barche
e sulle spiagge
gioivano vecchi e bambini.
Limpide acque avevo in grembo
e pesci di mille colori.
Soffocato dalle alghe
respiro appena…
e solitario il mio brontolio
si rompe con l'onda
nelle deserte spiagge.
Giugno 1989
L'URLO
Dove riposa il vento
quando tutto tace?…
Dove riposa il vento
quando d'amore e morte
tremanti noi viviamo?
Dove riposa il vento
dopo la tempesta
dopo lo scompiglio delle dune
dopo quel subbuglio metamorfico
dell'infocato deserto?
Sì. Io lo so…dopo la bufera
del caos alpino, il vento…
s'acquieta nel mio cuore
per scoprire ancora una volta
con una tremenda folata
e diffondere velocemente
il mio urlo invocante amore.
23
Gennaio 1999.
…QUAND’ELLA BIANCA…
Prima arrivò Lei
del triste becchino
e fu gentile….
Gia le candele
con profumo di cera
ardevano tremanti,
ed io pomposo
morto sul letto
con ironico labbro
sembravo vivo.
Pregavan tutt’intorno;
un mormorio di voci
salivano nel cielo
monotone…lente
con cirri di fumo
odorosi di incenso
dai candelabri accanto
al violaceo letto.
Piangeva qualcuno…
Io non so perché:
bellissimo è il giorno…
quand’Ella, bianca e pura,
eternamente giusta,
ci porta via…per mano
ascendendo festosa
verso la Luce…piano.
4-5 Novembre 2006
Calogero Di Giuseppe http://ilmisterodellapoesia.blogspot.it/
Immagine acquerello – un fiore dopo la fine – 1987 – di francesco zaffuto
Una grande vena poetica quella di Calogero Di Giuseppe. Ma le sue parole malinconiche, dolci, a volte doloranti mi portano inquietudine perché scarnificano l'anima guardandola nel profondo.
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