Mandela e la poesia

I 5 dicembre ‘13 Nelson Mandela ha lasciato questo mondo. Nel '900,  secolo contraddittorio e spesso buio,  Mandela è stata una luce di libertà, coraggio e rispetto per la dignità umana

 Mandela diceva che la poesia  ci può essere di aiuto  come un mantra da ripetere nei momenti più difficili della vita.
Durante i periodi bui della sua prigionia usava ripetere i versi di Invictus del poeta inglese William Ernest Henley.

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.

Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.

Oltre questo luogo d'ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

Mandela con il suo discorso  inaugurale 1994,  come Presidente del Sud Africa, riprese quel percorso poetico allargandolo a tutta l’umanità

meditazione

 La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
È la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.


Our deepest fear is not that we are inadequate.
            Our deepest fear is that we are powerful beyond measure.
            It is our Light, not our Darkness, that most frightens us.
            We ask ourselves, who am I to be brilliant,
            gorgeous, talented, fabulous?
            Actually, who are you NOT to be?
            You are a child of God. Your playing small does
            not serve the World.
            There is nothing enlightened about shrinking so
            that other people won’t feel insecure around you.
            We were born to make manifest the glory of God
            that is within us.
            It is not just in some of us; it is in everyone.
            And as we let our own Light shine, we unconsciously
            give other people permission to do the same.
            As we are liberated from our own fear, our presence
            automatically liberates others.

1 commento:

  1. Un personaggio che brillerà lungo il futuro nella storia dell'uomo per la sua grandezza. Un uomo che in una situazione disperante come la sua prigionia fosse capace di alzarsi dalla profonda disumanità della sua condizione, formando in sé i versi di quella splendida poesia di Henley, non poteva che essere un'anima grande, forte e coraggiosa.

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