Il poeta siciliano Luigi Cinardo per il 14 Maggio ha scritto un sonetto
che vuole ricordare come ogni giorno vengono straziati la Madre e il Figlio.
Arpa
eolica ringrazia Luigi Cinardo per il permesso di pubblicazione; di seguito una traduzione in
italiano curata dall’autore.
Chiantu
di matri
Chi c’è, Signu’, chi chianci addulurata?
Pirchì ti vidu custirnata fora?...
Mâ figghiu mû mmazzaru, sta jurnata!
Spugghiatu, comu certi pidalora,
u so vistitu sû pigghiaru a sorti!
Cunniatu, ntra vaneddi, comu spassu,
e nuddu ch’u rrispetta doppu a morti!
Asciuttu e tisu, doppu u so salassu,
si vinninu u cuttuni ch’è stricatu
di ncapu a so persuna, morta e n posa.
Talija tu… s’un rriesti scuncirtatu!
…E ncapu un liettu, a cruci, vitti a cosa!
Capiju allura u chiantu dispiratu,
da Bedda Matri, afflitta nenza posa!
14 maggio 2017 Luigi
Cinardo
Pianto di madre
Perché
ti vedo in costernazione fuori casa!...
Oggi hanno ucciso mio figlio!
Nudato,
come certi virgulti,
il
suo vestito se lo sono sorteggiato!
Sballottato
per le strade per spettacolo,
e
nessuno gli porta rispetto da morto!
Asciutto
e irrigidito, dopo il salasso,
vendono
il cotone dopo averlo passato
sul
corpo della sua persona, morta ed in mostra.
Guarda
tu stesso… rimarrai sconcertato!
…
E su di un letto a croce vidi la cosa!
Capii
allora il pianto disperato
di
quella Madre afflitta ed inconsolabile!
La pagina di Arpa eolica dedicata a Luigi Cinardao
Immagine – Particolare drammatico del volto dell’Addolorata .
(foto di Giuseppe Arena dal sito http://www.lasettimanasantacl.it/ita/catalogovare.php )
Statua per vara Realizzata da Francesco
Biangardi nel 1896
post inserito il 16/05/2017
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