DEL FARE POESIA

una riflessione per la GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

21 marzo 2015

DEL FARE POESIA di Luigi Giurdanella

   Il termine poesia deriva dal verbo greco pòieo, che significa fare: per gli antichi greci, pertanto,  fare è uguale a poesia.
Fare poesia può essere definito come l’agire di chi, guidato da un’idea, produce in modo creativo. La poesia è caratterizzata da elementi propri: capta le onde del tempo instaurandone un dialogo, trasmette concetti e stati d’animo in maniera evocativa e potente. La poesia è presente in tutte le culture del mondo. Via via che la poesia si è evoluta, si è liberata da schemi obbligati per poi diventare forma pura d'espressione. È chiaro che la poesia non può rispecchiare fedelmente la realtà ma è un processo di elaborazione creativa, di sensibilità fattiva, che svela spesso realtà misconosciute.
La poesia è nata molto prima dell’invenzione della scrittura: le prime forme di poesia erano orali. Successivamente la cultura dell’oralità fu superata dalla civiltà della scrittura. Ultimamente si sta verificando un’inversione di tendenza: la civiltà della scrittura viene messa in crisi dalla rivoluzione digitale, che riporterebbe in primo piano l’oralità; anche se l’oralità  che oggi prevale non ha alcun rapporto significativo con le forme arcaiche. Noi, Poeti dell’Ariete, peroriamo con grande coerenza e perseveranza, la causa della poesia, organizzando fin dalla fondazione del Gruppo, incontri di “lettura libera di Poesia”. Operiamo da ben venticinque anni nel panorama poetico lombardo. E sì,  fu proprio il 21 marzo del lontano 1990 che un manipolo di poeti amici, fondava il gruppo “I Poeti dell’Ariete”. Fondamentale il supporto dell’indimenticabile  Caterina Parisi, impeccabile collaboratrice, ideatrice della formula “lettura libera di poesia a tema”. Voglio ricordare che per ben 25 anni siamo passati indenni da molteplici vicissitudini e defezioni, e speriamo di farcela ancora … E dopo queste brevi ma doverose note sul Gruppo, voglio ribadire che i Poeti dell’Ariete, da sempre, hanno dato voce a spazio a tutti, senza censure, classifiche sociali, livelli culturali, e finché ci sarà il sottoscritto a gestire gli incontri, persevererò in questi principi inalienabili. Noi che da anni organizziamo incontri di lettura libera di poesia, ben sappiamo  che il testo letto cambia totalmente, perché aprendosi alla sensibilità dell’ascoltatore,  diventa raggio luminoso offerto all’intelligenza dell’altro. Così prende corpo una concezione  radicalmente nuova  dell’interpretazione, stimola una visione del mondo diversa per ognuno che ascolta, e la poesia acquisisce valore aggiunto. Il testo, allora, non sarà mai definitivo, proprio come sostiene Umberto Eco nel suo libro “Opera aperta”, parlando d’arte.  Ecco perché la ricerca nell’ascolto non ha mai fine, ed ogni individuo, tenendo conto di inedite esperienze di vita, ha sempre modo di leggere e rileggere la poesia da un nuovo punto di vista. È difficile trovare, nel panorama odierno, manifestazioni poetiche che diano simili emozioni! Pomeriggi poetici di così denso contenuto affettivo. Questi  incontri sono una sfida alla nostra società che trascura in toto la poesia, capace solo di trasformare la cultura in libertinaggio. I poeti “istituzionali”, non hanno mai dato importanza a manifestazioni come le nostre, non vedendo che spesso le vere novità poetiche si manifestano proprio in quegli ambienti che loro considerano bassi, di scarso o nessun interesse, ignorando che la cultura vive se c’è un’adesione spontanea del pubblico. Ma la poesia non è solo quella che riempie un foglio bianco e che poi viene relegata nella pagine di un libro. La poesia, come ripeto spesso, è un atteggiamento nei confronti della vita, si può esprimere con il linguaggio del corpo, come fanno alcuni poeti  sordo muti che comunicano il loro mondo poetico attraverso il linguaggio delle mani e la mimica facciale: un ulteriore modo affascinante di “Fare poesia” . La poesia che “si fa” nei nostri incontri, per quanto semplice, cerca sempre di far ragionare e riflettere, attuando la connessione lingua-cervello! I nostri incontri, come spesso è stato fatto notare, assurgono a veri laboratori poetici, perché scrivendo e poi leggendo i testi si cerca di utilizzare, in una ricerca attenta e consapevole, la ricchezza e la bellezza del nostro vocabolario. Quale modo migliore per contrastare l’imbarbarimento del linguaggio sempre più mortificato da neologismi e frasi fatte, utilizzati a iosa per comunicare tramite cellulari, smartphone e tablet. Un altro aspetto molto importante è che sempre più poeti scrivono e leggono in dialetto (lombardo, siciliano, friulano, veneto), valorizzando e dando risalto alla nostra ricchezza lessicale. E poi nelle nostre manifestazioni c’è la gioia e il piacere d’incontrarci e soprattutto tanta partecipazione umana. Nel nostro mondo, servono luoghi dove riposare la mente dallo stress, raccogliersi, volgere lo sguardo verso orizzonti che siano diversi da quelli proposti dal gran commercio culturale e dalla programmazione mediatica. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare nel Gran Caffè al Foro, adesso rinnovato, uno spazio consono ai nostri incontri, e nel signor Fabio, proprietario del locale, una persona attenta, disponibile e disinteressata, che non finiremo mai di ringraziare.


La pagina di Arpa eolica dedicata Luigi Giurdanella http://arpaeolica.blogspot.it/2013/03/giurdanella-luigi.html

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